UNA CAROTA DI GHIACCIO SVELA I SEGRETI DEL CLIMA
Vecchia di 220 mila anni, lunga 1620 metri: preziosa per capire le variazioni climatiche nella storia.
Una carota di ghiaccio di 1620 metri, la cui età è di oltre 220 mila anni: è il risultato della perforazione effettuata a Talos Dome, nella zona dell’Antartide orientale, dal progetto internazionale Taldice ( Talos Dome Ice Core) a cui partecipano cinque nazioni europee: Francia, Germania, Gran Bretagna,Svizzera e Italia.
Tra gli italiani coinvolti, oltre a ricercatori dell’Enea, delle Università Milano-Bicocca, Firenze; Venezia e Trieste, ci sono anche Enrico Maria Selmo e Paola Iacumin, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Parma.
“ Sono appena tornato dalla Germania, dove presso l’Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research di Bremerhaven abbiamo terminato il processing (il taglio, nrd ) della carota di ghiaccio ottenuta a Talos Dome”, racconta Selmo.
Per due settimane, lo scienziato del nostro ateneo ha lavorato ogni giorno in un’apposita cella frigorifera a meno 20° C: insieme a lui una decina di ricercatori provenienti dai vari gruppi europei coinvolti nel progetto Tal- dice: “ Le informazioni climatiche che è possibile ottenere da una carota di ghiaccio sono importanti perché rappresentano un record continuo, nel caso di Taldice degli ultimi 220 mila anni, quindi è fondamentale che ognuno dei laboratori che dovranno poi effettuare le analisi abbia a disposizione u campione rappresentativo di tutti i 1620 metri della carota”.
Le analisi saranno finalizzate e valutare le proprietà chimiche e fisiche del ghiaccio, la sua composizione isotopica e la concentrazione e tipologia delle particelle di polveri eventualmente presenti.
La perforazione a Talos Dome, iniziata nel 2005, si è conclusa nel dicembre 2007: “Già dal 2006 ho partecipato alle operazioni di processing in Germania”.
Dopo la perforazione, infatti, la carota viene divisa in spezzoni lunghi un metro che, impacchettati e posti in casse, vengono trasportati in Europa via mare e mantenuti a bassa temperatura fino alla fase di processing che precede l’inizio vero e proprio delle analisi sul ghiaccio.
“ La carota viene divisa secondo geometrie ben definite. Per gli studi che effettueremo noi ( sulla concentrazione di isotopi di idrogeno e ossigeno, ndr), il taglio viene effettuato secondo due risoluzioni, rispettivamente pari a un metro e a dieci centimetri.
La priorità di analisi viene data ai campioni tagliati con minor risoluzione, ma siamo poi in grado di migliorare il dettaglio delle informazioni nelle zone particolarmente interessanti.
Nel laboratorio parmigiano, in collaborazione con il gruppo di ricerca coordinato da Barbara Stenni dell’Università di Trieste e i Francesi del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement di Saclay, viene esaminata la concetrazione nel ghiaccio degli isotopi (atomi con lo stesso numero di elettroni e protoni ma diverso numero di neutroni) di idrogeno e ossigeno: la concentrazione isotopica, infatti, è strettamente legata alla temperatura di condensazione delle precipitazioni nevose che danno origine al ghiaccio e può quindi aiutare a ricostruire le variazioni di temperatura dell’arco di tempo di cui la carota è rappresentativa, in questo caso gli ultimi 220 mila anni.
Il gruppo di Selmo e Iacumin ha già partecipato anche al progetto Epica ( European Project for Ice Coring in Antarctica), che ha analizzato la carota di ghiaccio più antica mai ottenuta, 800 mila anni, e che, data la sua localizzazione in una zona interna del plateau antartico, ha fornito informazioni climatiche a livello globale.
“Lo scopo del progetto Taldice, a differenza, a differenza di Epica, non era quello di andare il più possibile indietro nel tempo.
La località di Talos Dome è stata scelta, invece, perché più vicina alla costa ( circa 300 chilometri); le perforazioni nelle zone costiere anatartiche possono fornire informazioni sulle variazioni regionali dei cambiamenti climatici e sull’influenza delle zone marine sul clima”.
Per ora, per quanto riguarda gli isotopi, nei laboratori italiani di Trieste e Parma sono stati analizzati solo i campioni della porzione di carota del progetto Taldice prelevata e tagliata nel corso del primo anno: i primi 478 metri, in cui sono racchiuse le informazioni climatiche degli ultimi 7500 anni.
“E’ ancora troppo presto per sbilanciare o per prevedere risultati” spiega Selmo, secondo il quale, però , “le informazioni che si riescono a ottenere da questa carota sembrano caratterizzate da un’ottima risoluzione: la speranza è quella di ricavare perlomeno conferme di dati già ottenuti da altri progetti ma questa volta con una precisione molto maggiore”.
Tratto da: Gazzetta di Parma del 21 luglio 2008.