di Michael MCCARTHY Environment Editor The Independent (U.K)
Le associazioni per la protezione degli animali da tutto il mondo, hanno presentato un rapporto sulla caccia alle balene, tentando di riportare l’argomento all’origine del problema: la crudeltà dell’uccisione.
Il rapporto Troubled Watters, fa una rassegna delle implicazioni della caccia moderna sulla protezione degli animali. Firmato da 142 organizzazioni della protezione animali da 57 paesi, inclusa la Gran Bretagna, ha lo scopo dichiarato di riproporre il problema della crudeltà alla prossima riunione di IWC in Italia a luglio, e mantenere la moratoria internazionale sulla caccia commerciale.
La moratoria è in atto dal 1986, ma è stata sfidata continuamente dalle tre principali nazioni – Giappone, Norvegia e Islanda che sono a favore della caccia alle balene, fatta con l’alibi della caccia “scientifica” e che ha portato fino adesso all’uccisione di 20000 balene; probabilmente altri 1400 animali scompariranno in questo modo nel prossimo anno. Il naturalista più famoso della Gran Bretagna, Sir David Attenborough, sottolinea: “Le pagine seguenti contengono solo l’evidenza spassionata e scientifica che non esiste alcun modo indolore per uccidere una balena”.
L’uso di arpioni con testate di granate esplosive è ancora la tecnica principale usata dai balenieri e si suggerisce che qualsiasi lettore del rapporto dovrebbe decidere se la caccia alle balene può essere ancora tollerata da una società civilizzata.