Uno studio afferma che l’appendice è implicata nella malattia di Parkinson

Traduzione a cura della redazione di coscienza.org – Marisa Menna

News del 31/10/2018

Aver subito un’appendicectomia ha ridotto il rischio di sviluppare la malattia neurodegenerativa di Parkinson

appendice

Credit: V. LABRIE/VAN ANDEL RESEARCH INSTITUTE

L’appendice, un organo considerato fino a poco tempo fa quasi inutile dalla maggior parte delle persone, potrebbe contribuire secondo gli ultimi studi a sviluppare la malattia di Parkinson.
Uno studio realizzato su un campione di 1,7 milioni di svedesi ha rilevato che coloro che avevano subito un’appendicectomia risultavano avere un rischio inferiore di sviluppare il morbo di Parkinson. I campioni di tessuto di appendice analizzati degli individui sani hanno rivelato ceppi proteici simili a quelli trovati nel cervello dei pazienti affetti da Parkinson.
I ricercatori hanno pubblicato lo studio online il 31 ottobre su Science Translational Medicine.
Viviane Labrie, neuroscienziata del Van Andel Research Institute di Grand Rapids, Michigan, lo scorso 30 ottobre ha affermato che l’appendice potrebbe avere un ruolo nei primi eventi della malattia di Parkinson.
Il morbo di Parkinson colpisce più di 10 milioni di persone in tutto il mondo è una malattia neurodegenerativa che causa difficoltà nel movimento, nella coordinazione e nell’equilibrio. Non si conosce la causa del morbo di Parkinson, ma un segno distintivo della malattia è la morte delle cellule nervose, o dei neuroni, in una regione del cervello che controlla il movimento.

I sintomi relativi al Parkinson possono comparire nell’intestino prima di quanto non facciano nel cervello. La dott.ssa Labrie e i suoi colleghi hanno rivolto la loro attenzione all’appendice, una formazione tubolare sottile che sporge dall’intestino crasso sul lato inferiore destro dell’addome. Spesso considerato un “organo inutile”, “l’appendice è in realtà un tessuto immune responsabile del campionamento e del monitoraggio dei patogeni” come afferma la dott.ssa Labrie.

Nel nuovo studio, il team di Labrie ha analizzato le cartelle cliniche di un registro nazionale di persone svedesi, alcuni dei quali seguiti per ben 52 anni. Il lungo tempo di osservazione è stato fondamentale: si è notato infatti che le persone (più di mezzo milione) che hanno subito l’operazione di appendicectomia, avvenuta in adolescenza o comunque entro i venti anni, non hanno sviluppato la malattia di Parkinson fino ai 60 anni, mentre 2.252 persone su 1,7 milioni svilupparono il Parkinson.
Secondo quanto riferito dal team, la rimozione dell’appendice è stata associata a una riduzione del 19% del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.

Le ricerche hanno scoperto che la vita rurale porta a una maggiore probabilità di sviluppare il Parkinson, forse a causa dell’esposizione ai pesticidi. I residenti rurali che avevano rimosso l’appendice avevano un rischio inferiore del 25% di sviluppare la malattia di Parkinson.
I campioni chirurgici provenienti da una banca di tessuti di appendici da 48 persone senza presenza di Parkinson hanno fornito un altro collegamento alla malattia.

L’Alfa-sinucleina è una proteina che normalmente si trova nelle terminazioni nervose presinaptiche e nella malattia di Parkinson tende ad aggregarsi. Il team ha scoperto gruppi di questa proteina nell’appendice e in altre aree dell’intestino simili a quelli osservati nel cervello dei pazienti affetti da Parkinson. Tutte le ricerche suggeriscono che è possibile che la proteina viaggi lungo il nervo principale che collega l’intestino al cervello.
Se la proteina aggregata nell’appendice si rivela in grado di far ripartire la malattia, Labrie ha affermato che “prevenire un’eccessiva formazione di grumi di alfa-sinucleina nell’appendice e la sua partenza dal tratto gastrointestinale potrebbe essere una nuova forma di terapia molto utile”.

fonte: https://www.sciencenews.org/article/appendix-implicated-parkinsons-disease


Leggi anche >> Coscienza non locale e antropologia dei sogni

Views